American Psycho: una storia travagliata

Fin da prima della sua pubblicazione, il libro American Psycho di Bret Easton Ellis fece storcere il naso a diversi editori a cui fu proposto, soprattutto per via dell’alto tasso di violenza in esso contenuto.

La Simon & Schuster, che in un primo momento sembrava dovesse pubblicarlo, all’ultimo momento si ritirò ufficialmente per cosiddette divergenze estetiche.

Oltre alle riserve degli addetti ai lavori, il libro suscitò le proteste di numerosi attivisti, quali la femminista Gloria Steinem, che si oppose alla sua pubblicazione.

Finalmente American Psycho fu pubblicato in edizione economica nel 1991 da Vintage Books di New York, una divisione della Random House, a sua volta casa editrice appartenente al Gruppo Bertelsmann.

Una volta uscito nelle librerie, seppur con notevoli restrizioni in molti paesi, Ellis ricevette numerose minacce di morte e lettere di protesta provenienti da tutto il mondo.

La trasposizione cinematografica del libro fu altrettanto travagliata, a causa di divergenze di opinioni tra autore, produttori e registi avvicendatisi nella realizzazione del film.

Inizialmente il film avrebbe dovuto essere diretto da Stuart Gordon (Dolls, 1987), realizzato in bianco e nero e la parte del protagonista affidata a Johnny Depp. Il progetto fu però accantonato perché Gordon voleva realizzare un film il più fedele possibile al libro e questo si sarebbe inevitabilmente tradotto in una censura certa e totale. Successivamente il progetto venne affidato a David Cronenberg, che voleva Brad Pitt nel ruolo di Patrick Bateman, ma non se ne fece nulla. Quando poi i diritti furono definitivamente acquisiti dalla Lions Gate, per scrivere e dirigere il film fu ingaggiata Mary Harron. La Harron, dopo aver preso in considerazione diversi attori per la parte del protagonista, tra i quali l’attore-musicista Jared Leto, decise infine di affidarla a Christian Bale. In seguito, i produttori, probabilmente preoccupati dal basso impatto del nome di Bale, allora semi-sconosciuto, tentarono di convincerla a prendere in considerazione Edward Norton. Tuttavia ella fu irremovibile e si piegò solo ad accettare il compromesso di arricchire il cast con Willem Dafoe nel ruolo del Detective Kimball e Reese Witherspoon in quello di Evelyn. I produttori però continuarono a nutrire dubbi sull’opportunità di far interpetare Bateman a Bale e dissero alla Harron che avrebbero fatto un’offerta a Di Caprio. In risposta ella si ritirò dal progetto e fu così sostituita da Oliver Stone alla regia e Matt Markwalder alla sceneggiatura. Stone, su suggerimento della produzione, prese in considerazione James Woods, Cameron Diaz, Elizabeth Berkeley e Chloë Sevigny rispettivamente per i ruoli di Detective Kimball, Evelyn, Courtney e Jean, mentre Jared Leto tornò in gioco per la parte di Paul Allen. Quando finalmente tutto sembrava pronto, Di Caprio abbandonò il progetto per girare “The Beach”. Questo circostanza, unitamente alla contestuale emersione di problemi di budget, indussero la Lions Gate a riconsiderare più economica Harron, che accettò e ripristinò il cast inizialmente da lei scelto. Le uniche concessioni furono la conferma di Sevigny e Leto nei ruoli di Jean e Allen.

Altri ostacoli che il film dovette superare furono quelli rappresentati dal rischio di subire azioni legali da parte di alcune delle società proprietarie dei marchi di moda, ai quali si fa ampio riferimento nel libro. Queste infatti dimostrarono di non gradire l’associazione dei propri prodotti e loghi all’immagine del sadico assassino Patrick Bateman. Dopo estenuanti negoziazioni, alcuni marchi accettarono soluzioni di compromesso, mentre altri furono irremovibili. Cerruti consentì a Bateman di vestire i suoi abiti ma non nelle scene in cui questi trucidava qualcuno, Rolex lasciò indossare i propri orologi a tutti i personaggi, tranne che a Bateman, mentre Comme Des Garçons si rifiutò di far adibire uno dei suoi borsoni al trasporto del cadavere di Paul Allen.

Ellis racconta che prima di accettare la parte Bale volle incontrarlo per ricevere la benedizione dello scrittore, clausola che, a detta di quest’ultimo, il suo personale codice professionale gli imponeva di rispettare.

A Ellis la cosa non andava particolarmente a genio ma, conoscendo l’eccentricità degli attori e, per non fare un torto alla produzione, si convinse ad incontrarlo in un ristorante di Los Angeles. La sera dell’appuntamento Ellis arrivò al ristorante per primo e decise quindi di attendere al bancone del bar per ingannare l’attesa scolandosi un paio di drink. Mentre consumava il primo, si sentì picchiettare sulla spalla e, girandosi, vide Christian Bale perfettamente vestito da Patrick Bateman (con tanto di cuffie del walkman originale anni ’80). L’attore si presentò come Bateman e per quindici minuti interpretò il personaggio finché Ellis, capì che l’unico modo per mettere fine alla messinscena era quello di manifestare all’attore la propria approvazione per la superba perfomance messa in atto.

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Phil Collins, alle cui gesta musicali viene dato ampio spazio, sia nel libro che nel film, ha recentemente dichiarato di non aver mai letto il libro, ma di aver accettato di guardare il film diversi anni dopo la sua uscita, non tanto per curiosità, quanto per accontentare alcuni amici appassionati del soggetto. Il film, da lui definito “buffo”, non sembra essergli piaciuto particolarmente

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La femminista Gloria Steinem è anche la matrigna di Christian Bale. Non è chiaro se questa sia una coincidenza o un dispetto che Bale ha voluto fare alla matrigna.

 

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