Una volta per tutte

Il FELTRO è una stoffa che si ottiene facendo “infeltrire” attraverso procedimenti chimici il pelo animale. Vi si realizzano generalmente panni per lucidare, “pattine” per camminare su pavimenti incerati e pantofole invernali.

Il VELCRO è un sistema di chiusura a strappo in tessuto sintetico commercializzato dall’omonima azienda. Vi si realizzano, tra le altre cose, chiusure per scarpe sportive o per indumenti tecnici, ortopedici e protettivi.

Il PELTRO è una lega di stagno e altri metalli (in misura non superiore al 10%). Vi si realizzano monili artigianali, come vassoi o fiaschette da taschino che, una volta lucidati, possono ricordare l’argento.

Il VELTRO è un termine desueto che un tempo veniva utilizzato per designare il cane da caccia tipo levriero. Il lemma è divenuto celebre per essere stato utilizzato, in senso allegorico, da Dante all’inizio della Divina Commedia nell’omonima profezia.

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Il sistema di chiusura VELCRO fu inventato nel 1955 dall’ingegnere svizzero George De Mestral che, di ritorno da una passeggiata in campagna, notò che alla sua giacca di panno si erano appiccicati dei piccoli fiori di bardana, che risultava molto difficile staccare. Analizzati i due elementi al microscopio notò che il legame era causato dall’unione di minuscoli uncini, posizionati sul calice dei fiori, ai riccioli del tessuto della giacca. Decise così di brevettare un sistema di chiusura composto da una striscia di nylon sulla quale sono incollati molti piccoli uncini e una di poliestere sulla quale è distribuito un gran numero di minuscole asole. La parola VELCRO è una crasi dei termini francesi velours (velluto) e crochet (uncino)

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Nella profezia del VELTRO, che preconizza l’arrivo di un intervento divino a punire e guarire l’umanità dai vizi del tempo, Dante curiosamente menziona anche le parole PELTRO e FELTRO. Il veltro rappresenta la giustizia che sconfigge e uccide la lupa (avidità) che si accoppia con altri animali (altri vizi dell’uomo). Giustizia che per agire non ha bisogno di contropartite quali terra  o monete (peltro), ma di sapienza, amore e virtù. Il riferimento al feltro, infine, denoterebbe, secondo alcuni studiosi, l’umile origine di tale azione riformatrice (feltro come panno di poco valore).

« Molti son li animali a cui s’ammoglia
e più saranno ancora, infin che’l veltro
verrà, che la farà morir con doglia.Questi non ciberà terra né peltro,
ma sapïenza, amore e virtute,
e sua nazion sarà tra feltro e feltro.

Di quella umile Italia fia salute
per cui morì la vergine Cammilla,
Eurialo e Turno e Niso di ferute.

Questi la caccerà per ogne villa
fin che l’avrà rimessa ne lo ‘nferno
là ove ‘nvidia prima dipartilla. »

(Inf. I, 100-111)

 

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