Evapora il turismo finlandese in Estonia

Ormai da molti anni l’incantevole repubblica baltica dell’Estonia, ed in particolare la sua capitale Tallinn, raggiungibile in traghetto da Helsinki in meno di due ore, è meta preferita dai finlandesi quando si tratta di passare una o due notti fuori-porta.

Ciò che li spinge a far visita quasi settimanalmente ai loro vicini però, non è soltanto la bellezza del centro storico della capitale, divenuto patrimonio dell’Unesco nel ’97, ma i prezzi stracciati di birra e superalcolici. Beveraggi che i turisti finlandesi consumano il loco ma che, soprattutto, acquistano in grandi quantità per rifornire i loro capienti mobili-bar, una volta tornati a casa.

Tutto bene finché in Aprile non si è registrato l’undicesimo mese di fila di calo nei soggiorni brevi di turisti finlandesi in Estonia, con un record negativo di -11% anno su anno.

Dopo un iniziale sconcerto si è appreso che a causare il progressivo crollo dei flussi turistici è stata la campagna contro l’alcolismo intrapresa dal governo estone per porre rimedio ad una piaga che colpisce molti dei suoi cittadini. Uno dei provvedimenti messi in campo è stato quello di alzare le tasse sugli alcolici due volte negli ultimi due anni. La misura, nata per contrastare un problema domestico, ha però avuto riflessi abnormi sulla bilancia commerciale, se si considera che i turisti (non solo finlandesi) in un anno acquistano 8.3 milioni di litri di alcool estone e che il turismo pesa per il 7% sul prodotto interno lordo di quel piccolo Stato.

A beneficiarne indirettamente è stata la confinante Lettonia, che ha visto proporzionalmente incrementare i soggiorni brevi sul proprio territorio da parte sì dei Finlandesi, ma anche degli stessi Estoni.

Accortosi del danno collaterale causato, il governo Estone è prontamente corso ai ripari annunciando che dimezzerà gli aumenti di tasse sull’alcool già deliberati per il 2018 e annullerà quelli previsti per il 2019.

 

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